Scott Carpenter: il secondo americano a orbitare attorno al pianeta
Primi anni di vita e carriera
Scott Carpenter nacque a Boulder, Colorado, il 1º maggio 1925. Si diplomò all’Accademia Navale degli Stati Uniti nel 1949 e divenne aviatore navale. Nel 1959 venne selezionato come uno dei sette astronauti originali per il Progetto Mercury della NASA, il primo programma spaziale statunitense.
Volo orbitale
Il 24 maggio 1962, Carpenter divenne il secondo americano a orbitare attorno alla Terra, dopo John Glenn. Pilotò la capsula Aurora 7 in una missione di tre orbite, durata quasi cinque ore. Durante il volo, Carpenter condusse numerosi esperimenti e scattò fotografie della superficie terrestre.
Carriera post-volo
Dopo il volo orbitale, Carpenter divenne un aquanauta, trascorrendo 28 giorni nell’habitat sottomarino SEALAB II. Lavorò anche come consulente per film a tema spaziale e oceanico, e scrisse due romanzi e un’autobiografia.
Amicizia con John Glenn
Carpenter e John Glenn erano amici intimi e colleghi astronauti. Glenn fu l’ultimo astronauta sopravvissuto del Progetto Mercury della NASA fino alla sua scomparsa nel 2016.
Eredità
Scott Carpenter morì il 10 ottobre 2013, all’età di 88 anni, a causa di complicazioni dovute a un recente ictus. Viene ricordato come un pioniere dell’esplorazione spaziale e un’ispirazione per le generazioni future di astronauti.
Riflessioni di Carpenter sul suo volo
Nel suo libro “Noi sette”, Carpenter scrisse sulle sue motivazioni per diventare un astronauta:
“Mi sono offerto volontario per diverse ragioni”, scrisse. “Una di queste, francamente, era che pensavo fosse un’opportunità per l’immortalità. Essere un pioniere nello spazio era qualcosa per cui avrei dato volentieri la vita”.
Prima del volo, il padre di Carpenter gli inviò una lettera di incoraggiamento, in cui scriveva:
“Solo poche parole alla vigilia della tua grande avventura, l’avventura per cui ti sei allenato e che hai tanto atteso, per farti sapere che la condivideremo con te, seppur indirettamente”.
Preoccupazioni della NASA
Durante il volo di Carpenter, la NASA pensò brevemente che non fosse sopravvissuto. Atterrò a 250 miglia nautiche dal suo obiettivo, e ci vollero 39 minuti a un aereo da ricerca della Marina per localizzare la sua capsula.
L’impatto di Carpenter sulla ricerca oceanica
Dopo il suo volo spaziale, Carpenter divenne un sostenitore della ricerca e dell’esplorazione oceanica. Trascorse 28 giorni nell’habitat sottomarino SEALAB II e contribuì a promuovere la comprensione dell’ambiente marino.
Contributi di Carpenter al cinema e alla letteratura
Carpenter lavorò come consulente per numerosi film a tema spaziale e oceanico, tra cui “2001: Odissea nello spazio” e “The Abyss”. Scrisse anche due romanzi e un’autobiografia, condividendo le sue esperienze come astronauta e aquanauta.
Riconoscimenti e onorificenze
Carpenter ricevette numerosi premi e riconoscimenti per i suoi contributi all’esplorazione spaziale, tra cui la NASA Distinguished Service Medal e la Congressional Space Medal of Honor. Venne inserito nella National Aviation Hall of Fame nel 1985.