“Lo squalo” di Steven Spielberg e il suo impatto sulle popolazioni di squali
Il rimpianto di Spielberg
L’acclamato regista Steven Spielberg ha espresso il suo profondo rammarico per le conseguenze impreviste del suo film di successo del 1975, “Lo squalo”. Spielberg ha riconosciuto che la rappresentazione degli squali bianchi come predatori assetati di sangue nel film ha contribuito a un forte declino della loro popolazione.
L’ascesa della caccia allo squalo per trofei
Dopo l’uscita de “Lo squalo”, si è verificato un aumento della caccia allo squalo per trofei, poiché i pescatori cercavano di emulare i protagonisti del film. Questa “febbre collettiva di testosterone”, come l’ha descritta George Burgess, ex direttore del Programma di ricerca sugli squali della Florida, ha portato a una diminuzione significativa del numero di grandi squali nelle acque a est del Nord America.
La percezione pubblica degli squali
Sebbene “Lo squalo” inizialmente abbia alimentato la paura degli squali, ha anche suscitato fascino. Tuttavia, questo fascino è stato attenuato dalla crescente preoccupazione per il declino delle popolazioni di squali a causa della pesca eccessiva. Secondo la Lista Rossa delle specie minacciate della International Union for Conservation of Nature, più di un terzo di tutte le specie di squali e circa il 75% delle specie di squali oceanici sono a rischio di estinzione.
Il ruolo di Spielberg nella fobia degli squali
Alcuni esperti sostengono che “Lo squalo” abbia avuto un ruolo nell’esacerbare la fobia degli squali, o galeofobia. Lo specialista di fobie Christopher Paul Jones osserva che gli individui con questa paura spesso citano “Lo squalo” come base della loro apprensione. L’uso di musica ricca di suspense e della limitata visibilità sott’acqua nel film crea un senso di paura che può avere un impatto sulle percezioni degli spettatori sugli squali.
Sovrapesca: il colpevole principale
Sebbene “Lo squalo” possa aver contribuito alla paura del pubblico nei confronti degli squali, il fattore principale del loro declino della popolazione è la pesca eccessiva. Le pratiche di pesca su scala industriale hanno decimato le popolazioni di squali in tutto il mondo, guidate dalla domanda di zuppa di pinne di squalo e altri prodotti.
Le scuse di Peter Benchley
Anche Peter Benchley, l’autore del romanzo del 1974 che ha ispirato “Lo squalo”, ha espresso rammarico per l’impatto che il suo lavoro ha avuto sulle popolazioni di squali. Successivamente è diventato un ambientalista e un difensore della protezione degli squali, riconoscendo che gli squali non sono intrinsecamente aggressivi nei confronti degli umani e svolgono un ruolo vitale negli ecosistemi marini.
L’eredità duratura de “Lo squalo”
Nonostante le sue conseguenze impreviste, “Lo squalo” rimane un capolavoro cinematografico che ha consolidato lo status di Spielberg come nome familiare. L’eredità del film è complessa, sia che ispira fascino sia preoccupazione per il benessere degli squali. Oggi, scienziati e ambientalisti continuano a lavorare per proteggere questi importanti predatori marini, riconoscendo al contempo l’impatto culturale de “Lo squalo” sulla nostra percezione di essi.