Mummificazione nell’antico Egitto svelata: scoperte da Saqqara
Scavo di un laboratorio di mummificazione
Nel 2016, gli archeologi sono tornati in un sito della necropoli di Saqqara in Egitto, che era stato scoperto per la prima volta alla fine del XIX secolo. Le loro rinnovate indagini hanno portato a una scoperta importante: un laboratorio di mummificazione collegato a un pozzo funerario a più camere, entrambi pieni di reliquie che forniscono preziose informazioni sulle antiche pratiche funerarie egizie.
Il laboratorio, una struttura rettangolare costruita con mattoni e blocchi di pietra calcarea, conteneva due grandi bacini collegati da una rampa. Gli archeologi ritengono che questi bacini fossero usati per conservare il natron, un tipo di sale usato per asciugare i cadaveri, e le bende di lino. Una camera sotterranea ha rivelato una quantità di vasellame incisa con i nomi delle sostanze utilizzate nel processo di mummificazione.
Il processo di mummificazione
Preservare un corpo per l’aldilà era un’impresa complessa che prevedeva la rimozione degli organi del defunto, l’asciugatura del corpo e l’avvolgimento in bende. Il processo comprendeva anche l’applicazione di vari unguenti, oli, spezie e altre sostanze. La mummificazione era costosa e riservata principalmente alla regalità, alla nobiltà e ai funzionari importanti.
Gerarchie nelle pratiche funerarie
La scoperta a Saqqara rivela che esistevano gerarchie distinte tra le classi privilegiate che potevano permettersi la mummificazione. Al centro del laboratorio, gli archeologi hanno scoperto un grande pozzo che conduce a un complesso di camere funerarie fiancheggiate da due corridoi. All’interno di queste camere c’erano diverse mummie, sarcofagi e bare di legno.
Mentre il complesso funerario era comune, c’erano chiare differenze di classe tra i defunti. Alcuni avevano camere private, mentre altri condividevano il loro ultimo luogo di riposo. La scoperta di un’elaborata maschera funeraria in argento dorato intarsiato con gemme in cima a una bara deteriorata evidenzia lo status di alcuni individui.
Identità del proprietario della maschera funeraria
Le decorazioni sulla bara di legno dove è stata trovata la maschera indicano che il defunto era il “secondo sacerdote” di Mut, una dea madre, e anche un sacerdote di Niut-Shaes, una forma serpentina di Mut. Questa scoperta fornisce informazioni preziose sull’identità del proprietario della maschera e sulle credenze religiose degli antichi egizi.
Significato delle scoperte
Le scoperte a Saqqara offrono una ricchezza di informazioni sulle antiche pratiche funerarie egizie e sulla stratificazione sociale. Fanno luce sul complesso processo di mummificazione, sull’importanza di preservare i corpi per l’aldilà e sulle distinzioni tra le diverse classi sociali anche nella morte.
Ricerca e mostra in corso
Gli archeologi continuano a scavare il sito, svelando altri segreti antichi. Molti dei reperti appena scoperti saranno esposti al Grand Egyptian Museum, la cui apertura è prevista per la fine di quest’anno. Queste scoperte forniranno ulteriori informazioni sull’affascinante mondo dell’antico Egitto e sulla sua eredità duratura.